Protezione d’emergenza in caso d’incidente in una centrale nucleare: com’è preparata la Svizzera?
Se in caso d’incidente in una centrale nucleare vengono rilasciate grandi quantità di radioattività nell’ambiente, ciò ha conseguenze molto gravi. I disastri nucleari di Chernobyl nel 1986 e di Fukushima nel 2011 l’hanno dimostrato chiaramente. Per fare fronte a un eventuale incidente in una centrale nucleare svizzera, sono quindi state elaborate ampie misure di protezione d’emergenza.
Vaste aree nei dintorni delle centrali nucleari di Chernobyl e Fukushima sono state così pesantemente contaminate che la popolazione è stata evacuata e permanentemente trasferita. Le «aree sbarrate» evidenziano in primo luogo l’ingente potenziale di danni di simili incidenti. Non si tratta tanto di danni immediati alle persone e alle cose, bensì di danni all’economia. L’evacuazione su larga scala e il trasferimento della popolazione colpita, la decontaminazione di edifici, infrastrutture e suoli, l’arresto duraturo dello sviluppo economico nella regione colpita, la perdita d’immagine per la regione e l’intero paese, tutto ciò può generare costi per molti miliardi di franchi.
Sviluppo della protezione d’emergenza in caso d’incidente in una centrale nucleare svizzera
Nell’ambito dell’analisi nazionale dei rischi correlati a catastrofi e situazioni d’emergenza in Svizzera, l’Ufficio federale della protezione civile ha sistematicamente analizzato, in collaborazione con numerosi esperti, anche lo scenario di un grave incidente in una centrale nucleare svizzera.
Anche se le centrali nucleari svizzere sono considerate sicure, rimane pur sempre un «rischio residuo». Inoltre, nei media e nei dibattiti politici tale rischio viene spesso percepito più elevato di quanto previsto nelle prescrizioni giuridiche e dalla scienza. L’UFPP ha il compito, insieme ad altre autorità a federali e cantonali, di preparare la protezione della popolazione e delle sue basi vitali in previsione di un grave incidente in una centrale nucleare svizzera. A tal fine esistono già prescrizioni esplicite ed esaustive in varie leggi e ordinanze.
I disastri di Chernobyl e Fukushima hanno indotto anche la Svizzera verificare e sviluppare le misure di protezione d’emergenza in caso d’incidente in una centrale nucleare svizzera. Dopo Chernobyl, la Centrale nazionale d’allarme (CENAL) ha ampliato le sue competenze in questo settore. In caso d’urgenza, la CENAL può ordinare autonomamente le misure per proteggere la popolazione esposta a un aumento della radioattività. Sono state inoltre potenziate le risorse per la misurazione della radioattività. Ciò vale sia per il nucleo professionale del Laboratorio Spiez, sia per l’unità speciale di milizia dell’esercito che permette di rinforzare il personale. La capacità di resistenza dell’organizzazione di prelievo dei campioni e di misurazione della radioattività è quindi molto elevata.
Anche la collaborazione internazionale è considerevolmente migliorata dopo il disastro di Chernobyl. Lo scambio internazionale di informazioni in caso d‘incidente in una centrale nucleare funziona bene. Per rafforzare la fiducia nella collaborazione internazionale, il processo di notifica viene utilizzato anche per sinistri di lieve entità. Le competenze sono state inoltre raggruppate: sia la CENAL che il LABORATORIO SPIEZ fanno oggi parte dell’UFPP. Quale organizzazione d’intervento della Confederazione, la CENAL è coinvolta in tutti i settori della gestione di catastrofi e situazioni d’emergenza.
Dopo il disastro nucleare di Fukushima, le esperienze dal punto di vista della protezione d’emergenza in Svizzera sono state riesaminate a fondo. Il concetto di protezione d’emergenza in caso d’incidente in una centrale nucleare svizzera, rielaborato sotto la guida dell’UFPP, è stato sottoposto al Consiglio federale nel 2015. Tecnicamente le basi necessarie sono quindi disponibili. Come prossimo passo si dovranno adeguare le basi legali per l’attuazione delle singole misure di perfezionamento.
Misure di protezione d’emergenza complete
L’obiettivo principale di tutte le misure di protezione d’emergenza in caso d’incidente in una centrale nucleare è quello di ridurre al minimo l’irradiazione della popolazione. Esposte in modo un po’ semplificato, in Svizzera sono state elaborate le seguenti misure di protezione da adottare in caso d’incidente.
- Informazione preventiva della popolazione A tal fine, i cantoni e i comuni che si trovano nelle zone 1 e 2, vale a dire nel raggio di circa 20 km attorno alla centrale nucleare, distribuiscono opuscoli informativi a tutti i fuochi. Questi contengono informazioni basilari sulle misure di protezione d’emergenza nonché una semplice lista di controllo sul comportamento corretto da adottare in caso di incidente in una centrale nucleare.
- Rapida diffusione dell’allarme e dell’informazione in caso d’incidente A tal fine, nei comuni delle zone 1 e 2 si pongono esigenze più elevate per l’efficienza operativa dei sistemi d’allarme.
- Permanenza protetta in casa In Svizzera, la maggior parte delle case sono costruite in modo solido e dispongono di una cantina e/o di un rifugio. La permanenza in casa, vale a dire in cantina o nel rifugio, durante il passaggio di una nube radioattiva, permette di ridurre sensibilmente l’irradiazione. La permanenza negli edifici viene quindi ordinata come misura fondamentale di protezione.
- Assunzione di compresse di iodio In caso d’incidente in una centrale nucleare può essere rilasciato iodio radioattivo nell’ambiente. In tal caso, le autorità ordinano l’assunzione di compresse di ioduro di potassio (in breve: compresse di iodio). L’assunzione tempestiva di queste compresse impedisce che lo iodio radioattivo si accumuli nella tiroide tramite l’aria inspirata. Affinché siano rapidamente disponibili in caso d’incidente, le compresse di iodio sono state distribuite a tutti i fuochi, a tutte le imprese, a tutte le scuole, ecc. dei comuni che si trovano nel raggio di 50 km attorno alla centrale nucleare. Nelle farmacie e drogherie vengono stoccate compresse supplementari, in modo da garantire una distribuzione d’emergenza in caso d’incidente.
- Evacuazione preventiva della popolazione dalla zona colpita Se il tempo a disposizione è sufficiente, la popolazione può essere evacuata dalla zona minacciata prima del passaggio della nube radioattiva. Il termine «evacuazione» non deve però essere frainteso: in sostanza, le autorità esortano la popolazione a lasciare una determinata zona. La maggior parte della popolazione lascerebbe pertanto autonomamente la zona con i propri mezzi verso una destinazione scelta da loro. La popolazione potrebbe ad esempio trasferirsi da parenti o amici o in una casa vacanza. Le autorità dovrebbero disporre un’evacuazione con servizi di trasporto e mettere a disposizione alloggi d’emergenza all’esterno della zona minacciata soltanto per le persone particolarmente bisognose d’aiuto o gli ospiti di istituti particolari come ospedali e case di cura.
- Misure nel settore dell’agricoltura e del commercio di prodotti alimentari Per evitare che le sostanze radioattive rilasciate nell’ambiente penetrino nell’organismo attraverso il cibo, le autorità possono vietare l’utilizzo dei prodotti contaminati come alimenti o foraggi.
Flessibilità e collaborazione come fattori chiave
Non si può stabilire in anticipo quali misure verrebbero effettivamente decise e attuate in caso d’incidente in una centrale nucleare. A seconda del caso specifico, si possono però ordinare rapidamente le misure adeguate. Dirigere la gestione di un incidente in una centrale nucleare spetta fondamentalmente alla Confederazione. A questo scopo esiste uno stato maggiore speciale: lo Stato maggiore federale NBCN. La maggior parte delle misure vengono però adottate dalle forze d’intervento della protezione della popolazione, ossia soprattutto dalla polizia, dai pompieri, dalla protezione civile e dai servizi tecnici. I cantoni e i comuni sono quindi fondamentalmente responsabili per l’attuazione delle misure sul campo.
Un altro livello importante della preparazione ai sinistri sono la formazione e l’addestramento degli organi coinvolti. In Svizzera, i gestori delle centrali nucleari e le autorità coinvolte si esercitano periodicamente a gestire un incidente in una centrale nucleare. A tale scopo, ogni 2 anni viene organizzata un’«esercitazione d’emergenza generale». L’incidente in una centrale nucleare è dunque lo scenario di catastrofe che si esercita più intensamente in Svizzera.
In conclusione si può sicuramente affermare che il livello dei preparativi della Svizzera in vista di un incidente in una centrale nucleare è molto elevato nel confronto internazionale.
Anche con la migliore preparazione non si può tuttavia garantire una protezione assoluta. Non spetta però alle autorità specialistiche rispondere alla domanda «qual è il livello di protezione richiesto?» e alla correlata domanda «qual è il giusto rapporto costi/benefici per le misure di protezione d’emergenza?». Trattandosi di valutazioni politiche, la questione deve essere decisa a livello politico.