I pompieri di Frick: come una grande famiglia
In che modo le organizzazioni di soccorso basate sul volontariato promuovono la parità di genere? I pompieri di Frick non riescono a spiegarsi perché così tante donne si uniscono a loro. Facciamo una visita nella valle di Frick, dove circa un quinto dei volontari sono donne.
«Faccio parte dei pompieri perché voglio essere utile per la comunità», afferma Esther Herzog, una casalinga del comune di Frick nel Canton Argovia che milita nei pompieri già da 15 anni. Lo scorso autunno è stata promossa a primo tenente e ora è il primo capo donna di un reparto d’addestramento del centro di soccorso dei pompieri di Frick. «Poter insegnare qualcosa agli altri e vedere come tutto funziona alla perfezione in caso d’emergenza», sono ulteriori stimoli che motivano la quarantottenne a fare volontariato.
Esther Herzog discende da una famiglia di pompieri, già suo padre era comandante. Nel frattempo, anche la sua prole è entrata a far parte dei pompieri. Il figlio maggiorenne si è arruolato nel corpo due anni fa e anche la figlia di dieci anni vorrebbe diventare pompiere. «Ma come professionista», precisa sua madre Esther Herzog. L’ufficiale dei pompieri si sente pienamente accettata in un ambiente dominato da uomini. Oltre a lei, altre due dozzine di donne prestano servizio volontario nell’organizzazione di salvataggio e di protezione antincendio dei tre comuni di Frick, Gipf-Oberfrick e Oeschgen, situati sulla punta settentrionale del Canton Argovia.
Quasi un quarto sono donne
I corpi pompieri del Canton Argovia presentano la più alta percentuale di donne della Svizzera. Mentre la media nazionale è del 9,9 percento, più del 17 percento degli 11’000 pompieri volontari del Canton Argovia sono donne. Lo scarto dalla media nazionale è ancora maggiore per i corpi pompieri professionisti. Le donne che militano nei pompieri professionisti della città di Zurigo sono meno del tre percento.
Mentre la media nazionale è del 9,9 per cento, più del 17 percento dei circa 11’000 pompieri volontari argoviesi sono attualmente donne.
Nel corpo professionista di Berna sono state reclutate per la prima volta due donne solo quattro anni fa. In alcuni corpi pompieri del Canton Argovia invece quasi un quarto sono donne. Anche nei pompieri del centro di soccorso di Frick la quota femminile è superiore alla media. Il maggiore Andreas Fahrni, diretto superiore di Esther Herzog, è al comando di 26 donne e 87 uomini. La percentuale di donne è superiore al 20 percento.
Lo scorso autunno, il reclutamento di nuove leve tra i 20 e i 30 anni si è concluso in modo ancora più promettente: addirittura quattro dei 16 neo reclutati sono donne. «Il nostro problema non è tanto quello di trovare volontarie o volontari, ma piuttosto di trovare persone disposte a diventare quadri», spiega il capo dei pompieri di Frick. Il grande investimento di tempo scoraggia molti dall’assumere funzioni di quadro. Da quando si occupa della formazione dei pompieri, Esther Herzog deve sacrificare fino a quattro sere alla settimana per organizzare e svolgere gli addestramenti. «Più di dieci anni fa, quando i miei figli erano ancora piccoli, ciò non sarebbe stato possibile», aggiunge.
Da allora sono cambiate molte cose. Non solo i suoi figli sono diventati più autonomi, ma anche nei pompieri ci sono stati dei cambiamenti. Una sua ex camerata è stata la prima donna ad entrare nei pompieri di Frick 27 anni fa. La pioniera si è apparentemente sentita a suo agio poiché «si è congedata solo di recente», dice Andreas Fahrni. Esther Herzog è entrata nei pompieri nel 2006. Durante la serata di informazione e reclutamento ha incontrato per caso una collega e hanno deciso di iscriversi entrambe alla formazione di base. Sono tuttora strettamente legate: Esther Herzog è caposezione, mentre la sua collega il suo vice. Insieme al capo del servizio sanitario, formano un trio femminile nei quadri dei pompieri di Frick.
Paura del contatto superata
«Così tante donne fanno bene allo spirito di corpo», ammette il comandante Fahrni. Non si sono mai sentite frasi sessiste o manifestati comportamenti discriminatori. Il tono è sempre rispettoso e gentile. Durante gli interventi di soccorso o l’elaborazione di esperienze traumatiche ci si avvicina molto superando la paura del contatto. Da un’inchiesta interna è emerso che cambiarsi nello stesso spogliatoio non è mai stato un problema. «Docce e servizi igienici sono ovviamente separati», precisa Fahrni. E il mitico calendario pin-up è appeso alla parete della caserma in due varianti diverse per sesso. Se ciò disturbasse qualcuno, donna o uomo, il comando interverrebbe subito.
Ma Esther Herzog precisa che il ghiaccio non si rompe da solo: «Ripeto spesso che nessuno deve comportarsi diversamente solo perché sono una donna». All’inizio aveva l’impressione di dover dimostrare di essere più competente dei colleghi maschi, «ad esempio cercavo di essere una leader donna più competente di loro». Essendo una madre, sa però quanto conta uno stile dirigenziale improntato alla fiducia. E anche la polizia si sta gradualmente abituando al fatto che una donna possa essere il capo dei pompieri di Frick. «All’inizio capitava spesso che si rivolgessero al collega al mio fianco, convinti che fosse lui il capo», dice con un sorriso.
Il comando del centro di soccorso di Frick è anche una dimostrazione di come i pompieri profittino della parità di diritti. Oltre alle casalinghe, anche i casalinghi partecipano come volontari. «Ciò è un vantaggio perché durante il giorno si trovano nei paraggi e non devono spostarsi da un posto di lavoro lontano», afferma Andreas Fahrni. In certi casi, i genitori hanno però bisogno di qualcuno che curi i figli durante la loro assenza. L’anno scorso i pompieri di Eggenwil, un altro comune argoviese, hanno ricevuto un premio dal gruppo di riassicurazione Swiss Re per l’organizzazione professionale dell’accudimento dei bambini.
I pompieri di Frick hanno anche allestito una sala con giocattoli e materiale per disegnare e colorare all’ultimo piano della loro sede. Tuttavia, negli ultimi tempi quest’offerta è poco sfruttata. «I pompieri trovano apparentemente una soluzione da soli», spiega Andreas Fahrni. Ed Esther Herzog aggiunge che per quanto la riguarda spesso e volentieri se ne occupa sua madre, una vicina oppure il suo compagno.
Imposta cantonale
Ma come mai così tante donne argoviesi entrano in un corpo di pompieri volontari? Qual è la ricetta? La risposta più scontata è: «Tutti i giovani tra i 20 e i 44 anni devono pagare un’imposta cantonale se non si arruolano nei pompieri». Questa tassa, unica in Svizzera, ammonta a 300 franchi al massimo.
Il comandante dei pompieri di Frick si interroga quindi sulle vere ragioni dell’elevata percentuale di donne: «In realtà non facciamo niente di speciale», dice Fahrni. E sembra che sia proprio questa la ricetta del successo. Secondo Esther Herzog, il corpo stesso non si preoccupa molto delle questioni di genere e di suddividere ruoli o compiti in funzione del sesso. «Sono tutti in prima linea». Durante la lotta contro gli incendi, gli interventi speciali con respiratori o i servizi di regolazione del traffico contano le conoscenze specialistiche acquisite e le competenze individuali. Le differenze fisiche giocano un ruolo secondario. «Tutte e tutti possono chiedere aiuto agli altri senza esitazione e senza perdere la faccia», afferma il comandante Fahrni.
Gli uomini e le donne del centro di soccorso dei pompieri di Frick si dividono equamente l’uso dei macchinari o la guida dei veicoli. «Spesso all’inizio le donne non sono sicure di soddisfare i requisiti», afferma Esther Herzog sulla base della sua esperienza di responsabile degli addestramenti. Ma non appena superano le inibizioni, le aspiranti affrontano i compiti con ancora più coraggio. E alcune scelgono di dedicarsi pienamente a questa causa: «La più giovane ha appena deciso di conseguire la formazione di pompiere professionista a Zurigo», aggiunge Fahrni.
Le misure adottate danno i loro frutti
Anche il bastione maschile dei professionisti si sta infatti sgretolando. Secondo Marco Grendelmeier, portavoce dei media del servizio Protezione e salvataggio di Zurigo, nel frattempo da cinque a otto donne si iscrivono ogni anno al corso per diventare pompieri professionisti.
«Negli anni precedenti, se ne candidavano solo due alla volta». Le misure adottate dalla sezione Protezione e salvataggio per coinvolgere maggiormente le donne sembrano quindi dare i loro frutti. Una di queste è ad esempio riferire in egual misura sul lavoro degli uomini e delle donne arruolate nei pompieri, con immagini e testi, online o con pubblicazioni stampate.
«Spesso all’inizio le donne non sono sicure di soddisfare i requisiti».
Primo tenente Esther Herzog, centro di soccorso dei pompieri di Frick
Anche i post sul profilo Facebook del corpo pompieri di Frick documentano l’elevata partecipazione delle donne. Tuttavia, la parità di diritti ha un impatto ancora più forte
sulla vita quotidiana dei circa 120 membri di ambo i sessi. Fahrni e Herzog evidenziano l’ottima atmosfera, il rapporto collegiale e l’alto livello di fiducia reciproca. Il legame e il carattere familiare si irradiano anche verso l’esterno. «I pompieri godono di una buona reputazione tra la popolazione di Frick e dintorni», dice il comandante Fahrni. Ed Esther Herzog aggiunge: «Non siamo solo soccorritori, ma anche un’associazione attiva con un programma variato e molto ‹cool›».
Rivista «Protezione della popolazione»
Questo articolo è già stato pubblicato nella rivista «Protezione della popolazione», edizione di marzo 2020 (dossier n. 35 – «Le donne nella protezione della popolazione») e ora lo riproponiamo qui nel blog.
L’autore: Paul Knüsel, Giornalista scientifico