17 Marzo 2016

Assicurazioni e protezione della popolazione

Il nuovo numero della rivista «Protezione della popolazione» è dedicato al tema delle assicurazioni. Il dossier illustra diversi aspetti, dalla collaborazione tra le assicurazioni e la protezione della popolazione, alla copertura assicurativa nella protezione civile, fino alle possibili conseguenze di una decisione errata presa durante gli interventi e all’importanza delle donazioni private in caso di sinistro.

La copertina della revista.
Il nuovo numero della rivista «Protezione della popolazione» è dedicato al tema delle assicurazioni.

Nell’articolo «La solidarietà come base per la gestione efficace degli eventi» , Matthias Holenstein, direttore della fondazione Dialogo Rischio, spiega come le assicurazioni e la protezione della popolazione puntino entrambe sulla solidarietà per gestire efficientemente i sinistri nonostante i loro approcci siano differenti. La logica complementare delle assicurazioni e della protezione della popolazione viene ben evidenziata in questo articolo e considerata positiva. I due settori condividono soprattutto il seguente presupposto: anche se è possibile ridurre il rischio, non sarà mai possibile evitare completamente le catastrofi e le situazioni d’emergenza. Si pone il problema del «moral hazard». Quando la società è ben preparata alle catastrofi e alle situazioni d’emergenza, può infatti diffondersi un falso senso di sicurezza totale con conseguenze negative su tutta la cultura della sicurezza. Per evitare questa illusione sono richiesti una maggiore responsabilità individuale e una maggiore cooperazione, visto che sia i singoli individui e le imprese, sia le assicurazioni e le autorità raggiungono presto o tardi i loro limiti nella gestione degli eventi. Le «cerchie della solidarietà» mostrano che la collaborazione è l’unica possibilità per gestire efficientemente i sinistri. Su questa solidarietà puntano sia le assicurazioni che la protezione della popolazione.

Grafico con le tre cerchie della solidarietà: solidarietà attraverso l’aiuto tra vicini (protezione individuale), solidarietà attraverso la collettività a rischio (assicurazioni) e solidarietà attraverso gli introiti delle imposte (azione statale).
Le cerchie della solidarietà

Entrambi i settori collaborano strettamente già oggi e si completano a vicenda nelle loro attività lungo l’intero ciclo di gestione dei rischi: dalla prevenzione, alla preparazione agli eventi, alla gestione del sinistro fino alla valutazione dell’intervento prestato. Le assicurazioni rafforzano la resilienza a tutti i livelli con le loro attività nel campo della prevenzione e della preparazione. Durante la gestione dell’evento, esse forniscono informazioni importanti per la stima della situazione generale. In fin dei conti, l’onere finanziario è ripartito tra le due parti. In futuro, la collaborazione verrà quindi ampliata e rafforzata, poiché, come scrive Matthias Holenstein, «un dialogo esaustivo sui rischi e sulla sicurezza con il coinvolgimento di tutti i partner assumerà sempre maggiore importanza».

L’articolo «Anche i membri delle forze d’intervento si possono infortunare» è dedicato al tema della copertura assicurativa nella protezione della popolazione. Assume particolare importanza la distinzione tra membri professionisti e membri volontari delle squadre d’intervento. Coloro che sono professionalmente attivi nella protezione della popolazione, per esempio gli agenti di polizia, sono assicurati dal datore di lavoro. I membri della protezione civile, dell’esercito o del servizio civile e i collaboratori federali attivi nel promovimento della pace o in missioni umanitarie sono invece coperti dall’assicurazione militare. Questa copre tutti i danni alla salute fisica o psichica, senza condizioni restrittive. I dettagli sono descritti nell’articolo completo.

Nel febbraio del 1999 sono morte dodici persone sotto una valanga a Evolène (VS). I processi per inadempimento dell’obbligo di diligenza contro il sindaco e il responsabile della sicurezza hanno suscitato grande interesse, e non solo nell’ambito della protezione della popolazione.
Nel febbraio del 1999 sono morte dodici persone sotto una valanga a Evolène (VS). I processi per inadempimento dell’obbligo di diligenza contro il sindaco e il responsabile della sicurezza hanno suscitato grande interesse, e non solo nell’ambito della protezione della popolazione.

Errare è umano. Durante catastrofi e situazioni d’emergenza, in cui regna la confusione e bisogna reagire rapidamente, il rischio di commettere errori è onnipresente. L’articolo «Potersi assumere grosse responsabilità senza timori» descrive l’eventualità delle conseguenze penali di decisioni errate prese durante la gestione degli incidenti. Chi assume la responsabilità della gestione dei sinistri deve essere consapevole che valutazioni sbagliate ed errori causanti danni potrebbero portare a procedimenti giudiziari. Nella valutazione giuridica si devono quindi sempre accertare tutte le circostanze, per esempio la mancanza di informazioni al momento della presa di decisione. Sull’esempio della valanga di Evolène, Pascal Aebischer spiega che le sanzioni penali rendono insicuri gli operatori. Tutti i partner della protezione della popolazione si chiedono come gestire la responsabilità delle decisioni. In conclusione si afferma che il rischio per i responsabili è fondamentalmente calcolabile e sostenibile. Chi si attiene alle regole, raccoglie più informazioni possibili e mette a verbale il procedimento, generalmente non incorre in sanzioni penali. Tuttavia una sicurezza assoluta, paragonabile a un’assicurazione, non esiste.

Infine, l’articolo dedicato al tema «Assicurazione contro i danni del maltempo» descrive come le donazioni private e l’aiuto finanziario delle organizzazioni di pubblica utilità contribuiscono alla gestione dei danni. Paul Knüsel sottolinea che anche le donazioni private sono, accanto ai risarcimenti delle assicurazioni private e agli aiuti federali o cantonali, fondamentali per la ricostruzione.

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